@trazione cultura - Sansepolcro

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mediatore: Anna Maria Bondi
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Schema di piano strategico per lo sviluppo culturale di Sansepolcro

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Schema di piano strategico per lo sviluppo culturale di Sansepolcro

Nell' impossibilità di poterci incontrare a breve, vi chiediamo di fornire il vostro punto di vista su obiettivi, linee di intervento e azioni così come proposto nello Schema di Piano. Pareri, suggerimenti e proposte fatte ora ci permetteranno di avanzare con la definizione del Piano per Sansepolcro.

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lucaricci 19/03/20 13:09
Buongiorno.

Ecco alcune note relative al Piano Strategico da voi presentato a Febbraio 2020:

1) A mio avviso il tema non è creare nuove associazioni e imprese culturali in città (per carità, non dobbiamo impedirlo, ma non credo che la necessità sia incoraggiarne di nuove): a me sembra che il tema sia ragionare sulle prospettive e sulla sostenibiltà di quelle attuali, la qual cosa non è affatto garantita dalle condizioni attuali con cui tutti noi lavoriamo oggi. Dopodiché, se ne nascono di nuove, ben vengano, ma non mi pare che sia questa una necessità primaria del contesto, quanto piuttosto di ragionare sulla sostenibiltà di quel che già c'è. C'è molta più fragilità di quel che appare e il consolidamento di quanto di buono esprime l'esistente a me sembra prioritario rispetto al fatto che si creino nuove realtà, che si recuperino altri spazi che poi non si sa come gestire, visto che non ci sono economie, ecc ecc.

2) il secondo tema si lega fortemente al primo: esclusi i costi di gestione del personale di museo e biblioteca, l'intero bilancio culturale del Comune destinato alle attività ammonta a poco più di 60.000 euro annui. Io capisco che il vostro obiettivo è sviluppare un'analisi generale e creare un contesto maggiormente partecipativo e integrato, e non certo quello di dire al Comune ciò che deve fare (tanto più che voi siete l'ANCI, cioè un soggetto a cui il Comune stesso partecipa), ma questo tema dell'assoluta scarsità delle risorse pubbliche investite a livello locale è l'elefante nella stanza. Non affrontarlo per niente mi sembra che non ci aiuti ad andare in nessuna direzione e che, anzi, dia al Comune - inclusa l'amministrazione che verrà - la sensazione che tutto sommato va bene così. Io conosco gli investimenti culturali di altre città di analoga grandezza a Sansepolcro, e mi sento di dire che l'investimento qui è davvero basso e che su qusta cosa si deve ragionare.

3) La sinergia pubblico-privato, tanto sostenuta a parole, è spesso una chimera: a me sembra che da sempre, a Sansepolcro, se le iniziative sno direttamente del Comune vengono vissute dai singoli amministratori e, di conseguenza, dal personale, con centralità (il che va benissimo), se sono delle associazioni vengono apprezzate, ma non si va molto oltre. Una vera sinergia pubblico-privato non c'è, non c'è l'idea che se un'iniziativa svolga una funzione ritenuta importante e pubblica, anche se è fatta da associazioni private, possa essere assunta in toto dalla macchina comunale come centrale, preziosa, strategica. Da questo deriva che ragionamenti di strategia generale non se ne fanno e, appunto, ci si limita ad apprezzare quello che le associazioni fanno, il che non è scontato, ma - a mio modesto avviso - non è abbastanza.

4) Credo che bisognerebbe sgombrare il campo da un equivoco per cui oggi le associazioni e le realtà creative del territorio sono tutte uguali. Io credo che una specifica definizione delle funzioni delle stesse sarebbe necessaria, prima di tutto, a evitare l'attuale appiattimento che non giova a nessuno. Ci sono associazioni che svolgono una encomiabile attività di tipo aggregativo, sociale, con ottimi risultati culturali e artistici, ma le cui finalità sono diverse dalle 2-3 imprese culturali che invece operano con obiettivi e finalità professionali. Ecco, trovare una maniera di differenziare le funzioni, le prospettive e gli obiettivi di queste realtà tanto diverse da loro sarebbe estremamente necessario. A me questa sembra una priorità della vita associativa locale, che aiuterebbe tutti noi, gli amatoriali e i professionisti, a collaborare in modo più sereno, spiegando a tutti noi che l'una cosa non vale più dell'altra, ma semplicemente che abbiamo funzioni diverse e dunque necessità diverse. Sembra ovvio, ma proprio dal fatto che non lo sia, nasce la frammentarietà del contesto che voi stessi rilevate nella vostra analisi.

A me sembra che questi quattro temi, uno più delicato dell'altro, manchino nel vostro Piano, o comunque siano affrontati senza tematizzarne a sufficienza le criticità, ma che se non affrontiamo di petto questi argomenti, il vostro lavoro rischia di esserci meno utile di quel che invece potrebbe essere.

Aggiungo sommessamente un quinto punto, più specifico, e cioè che accanto agli itinerari francescani e pierfrancescani dovremmo ragionare anche su un intinerario legato ai linguaggi del contemporaneo. So benissimo che questo tema è infinitamente meno spendibile sul piano turistico e commerciale, ma quand'anche incidesse in una misura ben minore degli altri due, non sarebbe per questo da sottovalutare ed escludere perché - e qui il discorso si fa personale e interessato - è proprio in questo ambito che la città esprime alcune delle sue energie più innovative.

Grazie dell'attenzione
Luca Ricci
Ass. Cult. CapoTrave/Kilowatt
Publié le 19/03/20 13:09.